lunedì 23 marzo 2015

Ma tu sei razzista? no, sei tu che sei Italiana

Quando ero una ragazzina, c'è stata un'estate in cui questa barzelletta idiota andava di moda: "Ma tu sei razzista?" e la risposta era: "No, sono loro che sono negri". Non mi ha mai fatto ridere, nemmeno allora. 
Io sono una persona piena di difetti e insicurezze, ma quando prendo in antipatia una persona, è sempre qualcuno che conosco molto bene e dietro il mio astio c'è un motivo ben preciso, una lite, delle parole che mi hanno fatto male, un torto che ho subito.
Non mi è mai successo di provare antipatia per una persona senza conoscerla. Guardare male qualcuno solo perchè la sua pelle ha un colore diverso dal mio lo trovo il massimo della follia. 

Quando sono espatriata in Medio Oriente avevo paura di essere discriminata perchè diversa, perchè Occidentale. In realtà, nei tre anni passati lì, ho avuto forse una esperienza di questo genere. Una sola. Ho trovato gli Arabi cortesi e con un senso dell'ospitalità meraviglioso e innato. 

Di sicuro non mi sarei mai aspettata di sentirmi discriminata in Australia. Non sono forse gli Australiani di cultura occidentale come me? siamo uguali, no? 

Ero in Australia da un paio di giorni quando ho iniziato a capire che le cose erano diverse da come immaginavo che fossero. Ero a Perth, su un autobus e davanti a me era seduta una signora di circa quarant'anni, bionda con gli occhi azzurri, come la maggior parte degli Australiani di discendenza britannica. 
Ero assorta nei miei pensieri, e ad un tratto mi sono accorta che mi stava fissando. Anzi, no, non mi stava fissando, mi stava guardando con disgusto, come se fossi stata un gigantesco ragno peloso. Non ci ho fatto molto caso, sul momento. Ho pensato che fosse anche lei persa nei suoi pensieri e avesse involontariamente atteggiato il viso con quella smorfia di orrore.

Un paio di giorni dopo ero sul treno metropolitano. Davanti a me si sono seduti una mamma col suo biondissimo bambino di sette-otto anni. Il bimbo si gira verso di me e inizia a fissarmi con insistenza. Dopo qualche minuto dice qualcosa nell'orecchio della madre: la donna mi lancia un'occhiata cattiva e poi dice al figlio: " Non ne sono sicura".
Non è sicura di cosa? a cosa vengo associata? io ho capelli e occhi scuri e pelle chiara. Una normale donna italiana. 
Forse mi hanno preso per un'Aborigena? però gli Aborigeni solitamente hanno la pelle molto più scura della mia. Avranno pensato che fossi mediorientale e quindi "Medio Oriente = terrorismo"?

Vi giuro: arrovellarsi sul perchè la gente ti guarda con odio senza aver scambiato nemmeno una parola con te è una sensazione orrenda. 

Poi c'è stata la volta del supermercato. Io ero nel parcheggio che camminavo verso l'entrata, e davanti a me c'era una donna australiana che andava nella stessa direzione, con due bambini di circa quattro anni. Tutti biondissimi, ovvio. 
La signora sente dei passi dietro di sè, si gira, mi lancia un'occhiata del tipo: "Oh mio Dio, questa cosa mi sta seguendo! come posso fare, ora?" quindi mette le mani sulla schiena dei pargoli come per proteggerli, e affretta il passo, continuando a girarsi di quando in quando.
Quest'ultimo episodio mi ha esasperata talmente tanto che mi sono dovuta trattenere dall'urlare: "Buuuh" con le braccia alzate e un'espressione sogghignante.
Quale accidenti era il problema? vi assicuro, non ho un aspetto così spaventoso da giustificare il suo comportamento. 

Dopo questo episodio ho giurato a me stessa che se fosse successo ancora avrei affrontato la persona in questione, così, solo per sapere di COSA hanno paura.
In quei giorni abbiamo poi comprato la macchina, e questo ha reso praticamente nulle le mie possibilità di interazione con sconosciuti sui mezzi pubblici.

In seguito ci siamo trasferiti nel paesino nel bush e nei primi giorni ho avuto la gioia - si fa per dire - di conoscere Miss What?! l'adorabile impiegata che lavora all'ufficio polivalente della contea, ovvero in pratica si occupa di tantissime cose diverse per cui è facilissimo dover avere a che fare con lei. Io l'ho incontrata per chiedere informazioni sull'ottenimento della patente di guida australiana, quando ho chiesto delucidazioni  su come smaltire gli scatoloni di cartone e in un sacco di altre occasioni e ogni volta è stata sempre uguale. 
Io entro dalla porta e mi avvicino al banco, sorridendo.
Lei ricambia il sorriso e chiede come può essermi utile. 
Io inizio a parlare... e la sua espressione diventa una cosa a metà tra il disgusto e l'orrore, quindi mi interrompe con un: "Cooosa?!". Al che io sorrido ancora di più e ricomincio da capo.

Lo so, si sente che non sono di madrelingua inglese. Mio marito, che lo è, dice che non ho nessun accento italiano e che è molto difficile capire da dove vengo.  In ogni caso, non è colpa mia se sono nata in un paese dove non è l'Inglese la lingua ufficiale, e ci sono comunque modi più cortesi di quelli che usa Miss What?! per manifestare la propria incomprensione. 

Non sono l'unica, comunque. Nei forum per espatriati in Australia ho letto storie simili. C'è chi suggerisce di tingersi i capelli e usare lenti a contatto azzurre per assomigliare alla maggioranza, e ho letto anche il post di una ragazza che stava seriamente pensando di cambiare nome ("inglesizzando" il proprio) per avere più chance di trovare lavoro.
Sarà per questo che il lavoro non l'ho ancora trovato, perchè il mio nome non suona inglese?

Mentre riflettevo su queste cose, e su cosa ci sia di strano nel mio aspetto, mi è tornato in mente un particolare del viaggio che ho fatto in Australia lo scorso anno, insieme a mio marito. Abbiamo girato parecchio e abbiamo preso quattro aerei per spostarci da una parte all'altra del continente: ebbene, io sono stata "scelta" dagli uomini della sicurezza aeroportuale per fare il test degli esplosivi tre volte su quattro. Mio marito ( biondo con gli occhi azzurri) solo una. Un caso?

Sia ben chiaro, io non voglio dire che tutti gli Australiani siano così. Però questa intolleranza mi infastidisce, specie quando assume forme estreme, come è successo qualche giorno fa, durante una cena a casa di colleghi di mio marito. 
Oltre a noi due e ai padroni di casa, era presente anche un'altra ragazza e ad un certo punto è uscito fuori che suo padre è di origini italiane, ma lei non può ottenere la cittadinanza italiana per motivi sconosciuti. Al che, il padrone di casa le ha detto scherzando che per ottenere la cittadinanza italiana può sempre sposare un Italiano, e lei (che sedeva accanto a me) ha iniziato a fare una serie di smorfie di disgusto e infine è sbottata in un: "Oddio! No, un Italiano, no!".

8 commenti:

  1. che cosa antipatica...non pensavo proprio che in Australia si potesse avere questa bassa considerazione degli italiani...mah

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  2. Mmm non capisco proprio, pero'. A cosa ci associano, per aver paura ed essere disgustati? C'e' una "criminalita' italiana" in Australia?

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  3. A parte l'antipaticissima ragazza dell'ultimo episodio, non credo che il problema sia specificamente con gli Italiani, ma semplicemente con chi è diverso da loro...

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  4. In quasi 4 anni in Australia e nei tutti viaggi precedenti non ho mai riscontrato nessun razzismo o intolleranza nei confronti degli italiani. Anzi, siamo talmente tanti in Australia che quasi non siamo neanche considerati una minoranza.... Davvero non so spiegarmi il motivo di queste occhiatacce nei tuoi confronti... Anche perche' se non parli, davvero non si capisce da dove vieni

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    1. Sono lieta che la tua esperienza sia differente.
      Comunque sia, come ho scritto nel commento sopra, a parte l'antipatica tizia che ho incontrato alla cena, che ce l'aveva specificamente con gli Italiani, negli altri casi il problema è stato il mio aspetto, non la mia nazionalità (che ovviamente non potevano sapere...)

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  5. Non ci posso credere!! veramente non ci avrei mai pensato che gli Australiani potessero essere cosi!

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  6. Mi dispiace per le tue esperienze!
    In 2 anni di Perth non sono mai stata vittima di discriminazione/occhiatacce/razzismo. E non sono assolutamente simile ad un'australiana. Fortuna? Può darsi. Hai replicato alla ragazza della cena? Sono curiosa! :)

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    1. Sono contenta di sentire che ci sono anche esperienze diverse!!! magari sarò stata sfortunata io..
      Alla tizia della cena avrei risposto volentieri, avevo già le parole in bocca. Però mi scocciava farlo davanti ai padroni di casa.. Tra l'altro ero furente, quindi non sarei riuscita a restare calma. Me ne sono rimasta zitta. E ho vietato a mio marito di invitarla a casa nostra.

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