venerdì 1 maggio 2015

Aggiornamenti

E' passato quasi un mese dall'ultimo post. La ragione di questa assenza è dovuta in parte ad un blackout tecnologico (sono stata senza connessione internet per un bel po'), in parte al fatto che, dopo anni in cui ho sognato questo momento, sono occupata. Ho finalmente lasciato lo status di casalinga e moglie al seguito e ho una vita più piena e interessante di quanto non abbia avuto negli ultimi anni.

Di sicuro la parola chiave di questo periodo è "adattamento".
I cambiamenti ovviamente mettono sempre un po' in subbuglio: occorre riassestare nuovi ritmi e abitudini e creare una nuova routine. Ho scoperto di avere capacità che non pensavo di possedere e alcune cose che non avrei mai immaginato possibili prima sono diventate parte della mia routine quotidiana. Dopo anni di letargo casalingo, in cui l'attività più emozionante della giornata era cucinare la cena, mi sento estremamente vitale, per quanto stanca.

La nostra casetta nel Paesino nel Bush è stata arredata completamente con i mobili che abbiamo comprato e montato con le nostre manine. Ci siamo ormai abituati al "bagno vintage", dove il lavandino ha il rubinetto per l'acqua calda e quello per l'acqua fredda (niente miscelatore) e la doccia, anche aperta al massimo, non offre di più che un filo d'acqua. 
Siamo diventati avvezzi alla fauna casalinga: oltre ai due ragnoni che non abbiamo il coraggio di ammazzare (un redback dietro la porta del bagno e un ragnone nero enorme in un angolo della finestra del salotto) abbiamo due micini che cercano continuamente di entrare in casa ormai vivono nel nostro giardino sul retro. A condividere questo spazio con i gattini c'è una coppia di magpies, le gazze australiane, che spesso entra in competizione con i micetti per il cibo e ci delizia  - sono ironica - col suo canto ad ore improbabili del mattino. Sempre ad ore assurde (tipo le due del mattino) si mette a cantare anche quell'idiota del gallo dei vicini, a cui prima o poi dovremo regalare un orologio.
C'è anche un kookaburra che vive nelle vicinanze, ma per fortuna canta solo di giorno (cercate su Youtube il suo canto :) ). Ci sono anche alcuni galah (pappagalli rosa e grigi) che sorvolano quotidianamente il giardino e vorrei poter dire basta. 
Purtroppo, ieri pomeriggio uno dei micetti si è intrufolato in casa.. e ha catturato e mangiato un topolino nascosto nella laundry, la stanza della lavatrice (dove c'è la porta sul retro). Ce n'era solo uno? era un ospite occasionale? ho una colonia di topi in casa? sono arrivati anche in cucina? Come hanno fatto ad entrare? cosa dovrei fare adesso? Queste sono solo alcune delle domande che mi stanno rimbalzando per la testa da ieri sera. Per precauzione, stamattina ho fatto entrare i gattini tre o quattro volte, ma non hanno percepito nessun altro topo.

Bestie a parte, stiamo anche iniziando a socializzare. Abbiamo invitato diverse persone a cena, abbiamo ricevuto a nostra volta inviti, e in generale stiamo iniziando ad integrarci in questo piccolo paese in mezzo alle colline. 

Non ho ancora trovato un medico di famiglia degno di questo nome, nè tanto meno un ginecologo (qui nel paese non ce ne sono), ma pazienza, sono sicura che troverò qualcuno da consultare in caso avessi bisogno.

Le due novità più importanti riguardano però il lavoro e i mezzi di trasporto. 
Ho un lavoro. Ho un lavoro. Ho un lavoro. Forse sono monotona, ma dopo un mese dall'inizio del mio contratto ancora mi sembra un sogno. Ho un lavoro a tempo indeterminato su turni, uno stipendio - più alto di quanto abbia mai avuto - che arriva ogni due settimane, un ambiente di lavoro piacevole e rilassato e una manager disponibile e intelligente. Forse non è il lavoro della mia vita, ma sono felice quando sono di turno, anche se si tratta delle nove lunghissime ore del turno di notte. 

Per andare al lavoro (55 km di distanza da qui) uso la mia macchina. La mia macchina, qualcosa che non avevo mai pensato di poter possedere, soprattutto perchè in Italia ho guidato pochissimo.
E invece un giorno siamo andati a Perth, da un rivenditore di auto usate, e ho comprato la mia macchina, pagandola di tasca mia e sentendomi all'improvviso dentro un film, uno di quei vecchi film americani dove i protagonisti comprano un'auto con nonchalance, come se fosse una cosa da tutti i giorni, e poi la usano per scappare dal cattivo di turno che li sta inseguendo.
La mia macchina è molto di seconda mano: ha iniziato a girare sulle strade australiane quando io avevo 12 anni. Ha l'oscuramento dei vetri (tinting windows, come si dice in Italiano?) che fa le bolle e si stacca a striscioline, (a causa di questo piccolo problema il lunotto posteriore permette di intravedere vagamente la sagoma di quello che c'è dietro ma nulla di più) la chiavetta antifurto da inserire prima della chiave (altrimenti la macchina non parte), e infine il mio accessorio preferito: il mangiacassette. Che non so se funziona o no perchè non sono ancora riuscita a reperire una cassetta, ma questa è un'altra storia.

Ho chiamato la mia macchina Catorcina, Torcina per gli amici. 
Nonostante tutto, Torcina è un'ottima macchinina. Se si esclude l'ago del tachimetro, che ogni tanto schizza a 150 quando io non sto guidando a più di 80 km/h, è una macchina favolosa. 
Il mio apprezzamento nasce soprattutto dal fatto che per ben due volte mi sono scordata i fari accesi per 8-9 ore e lei si è messa in moto senza problemi. 
Io e lei siamo diventate il divertimento dei benzinai, che immagino se la spassino un sacco a vedere quanto sono imbranata, come la volta che sono riuscita ad entrare nella stazione di servizio passando dall'uscita, mi sono fermata davanti al distributore bloccando il passaggio di tutte le altre macchine e ho fatto benzina nel senso opposto a quello in cui mi sarei dovuta mettere. Quando sono ripartita avevo addosso gli occhi del gestore e di tutti i clienti, pronti a vedere da che parte sarei uscita per farsi ancora quattro risate.
Comunque, Torcina è soprattutto la mia inseparabile compagna di quando vado al lavoro e le ripeto tutte le cose che devo fare e di quando torno dal lavoro, magari in piena notte o alle sei del mattino dopo il turno notturno e canto a squarciagola le sigle dei cartoni animati per non addormentarmi.
Con lei guido attraverso il bush australiano, con i canguri che sbucano fuori all'improvviso, i conigli che saltellano qui e là, i bandicoots e tutte le altre bestie autoctone di questa zona. 

Qualche giorno fa erano le 22 passate e stavo tornando a casa dal turno del pomeriggio. La strada dove passo è buia, nel senso che non c'è nemmeno un lampione, la luce di una casa, nulla. Cinquantacinque chilometri di tenebre assolute, una strada buia che si snoda tra i campi di grano, con le stelle che ti scintillano sulla testa, così tante che non riesci nemmeno a riconoscere le costellazioni, le Nubi di Magellano che sembrano luminosissime e la Croce del Sud che brilla laggiù, sopra alle colline. 
In questi giorni i contadini stanno bruciando le stoppie del grano prima della nuova semina, e quella sera c'erano un sacco di fuochi semi-spenti e tantissimo fumo sulla strada. Ad un certo punto, scendendo da una collina ho visto davanti a me qualcosa di bianco, una macchia dalla forma indistinta. Fumo, ho pensato. Gli abbaglianti di Torcina non sono un granchè, bisogna dire: ero a circa dieci metri di distanza quando mi sono accorta che si trattava di circa una ventina di pecore, le enormi merino che ci sono qui, ferme in  mezzo alla strada. Cosa ci facessero lì o come e perchè abbiano passato le recinzioni non sono in grado di dirlo. 
Ho rallentato fino a fermarmi, incerta sul cosa fare. Aspettare? e per quanto? suonare il clacson? e se si fossero sparpagliate per la strada o peggio, impaurite, mi fossero venute addosso? con la stazza e le corna che hanno, Torcina ne sarebbe uscita ammaccata. Più di quanto non sia già, intendo. 
Mentre pensavo a quale fosse la cosa migliore da fare, è sopraggiunta un'altra macchina e ha dato un colpetto di clacson, leggero leggero. Gli animali si sono spostati in gruppo sul lato della strada, per fortuna senza disperdersi, e siamo potuti passare.

Quasi quattro mesi di Australia. La sto vivendo, la sto mangiando, mi sto ingozzando di sensazioni nuove e sconosciute, il profumo degli alberi del bush di notte, le corse con Torcina su e giù per le colline, il candore della sabbia sulle spiagge, la gioia di avere un lavoro, il sapore del quandong, le gite nei parchi nazionali con mio marito, la risata del kookaburra, riuscire a capire tutto quello che dicono le persone, il dorso spinoso dell'echidna, le farfalle grandi come la mia mano, i fiori, i colori, i profumi, le cose che prima nemmeno sapevo che esistessero. 
Quasi quattro mesi, che possono essere tanti o pochi a seconda del punto di vista, ma sono i nostri primi mesi in questo continente stupendo, che per quanto diverso, lontano e pericoloso ci ha già rubato il cuore. 

3 commenti:

  1. Mi fai venir voglia di venir lì. Il kookaburra fa un casino dell'accidenti (ho cercato su you tube!) però:-)))). Un bacione cara.

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  2. Anche se io sono a Perth e la mia vita è meno wild, confermo e sottoscrivo tutto, incluso la mia fedele auto Bernie e l'enorme gioia mista a stanchezza di avere di nuovo un lavoro stimolante ;)

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  3. forte la tua vita... è come leggere un libro, che mi piace!
    gloria

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