sabato 6 giugno 2015

Storie dal bush

Era una notte buia e fredda
Era una notte buia e fredda di questo fine autunno australiano che tanto assomiglia all'inverno pieno.
Erano le 5 del mattino e stavo percorrendo, in perfetta solitudine, i 300 km che separano Perth dal paesino nel bush dove viviamo.
La macchina viaggiava nella notte nell'oscurità più assoluta, gli abbaglianti accesi, le piante della boscaglia che sfilavano ai lati della strada, indistintamente illuminate dai fari. Nessuna luce, nessuna altra macchina.
Arrivo ad una specie di stazione di servizio completamente isolata e decido di fermarmi per vedere se i bagni, sul lato dell'edificio, sono aperti. 
Come esco dalla toilette delle donne, diretta alla macchina, sento un rumore, che nel silenzio rimbomba come uno sparo.
Passi. Passi dietro di me, passi che mi seguono. Io sono da sola, e il cuore mi balza in gola.
Passi tranquilli, consci che non ho scampo, che basta un balzo per raggiungermi e che qui in mezzo al nulla posso urlare finché voglio, ma nessuno mi sentirà mai.
Affretto il passo. Cosa mi devo aspettare? riuscirò a raggiungere l'auto? è un tentativo di rapina o peggio?
Passano istanti lunghi come anni. Infine decido che devo sapere, voglio vedere chi mi segue, voglio misurare il pericolo, captare nei suoi occhi le intenzioni. Così mi volto. 
Dietro di me, ci sono tre tacchini.

Punti di vista australiani
(tra parentesi i miei pensieri)
- Senti, ho sentito una cosa sull'Italia che mi sembra davvero strana... 
(oddio, spero che le gesta dei politici italiani non siano giunte fin qui. Cosa mi può chiedere? niente domande su Berlusconi, per favore) 
- Ma certo, dimmi!
(ecco me lo sento, è una domanda sulla politica. Oppure sulla situazione degli immigrati? o sull'economia?gosh)
- Quello che volevo sapere è... ma è vero che in Italia a Giugno comincia l'estate? no, perché l'estate a Giugno è una cosa stranissima.. voglio dire, a Giugno è inverno!!!
Scommetto che il mio sospiro di sollievo è arrivato fino in Italia. 

Le avventure di Torcina e della benzina che non c'era
Ore 22.30: di ritorno dal lavoro, noto che l'indicatore della benzina di Torcina, la mia macchina, si sta avvicinando a "vuoto" e decido di fare rifornimento.
Ore 22.40: gli unici due distributori del paese sono chiusi e qui il self service come c'è in Italia, tramite importo prepagato, non esiste. Qui fai benzina e vai a pagare al casottino. Se quello è chiuso devi rassegnarti. Ci sarebbe la macchina di mio marito, ma dubito che abbia abbastanza carburante.
Ore 23.00: sono a casa, e cerco su internet un distributore aperto 24 ore.
Ore 23.15: ne trovo uno, mi segno la strada per arrivarci e vado a dormire.

Ore 4.00: sveglia, colazione e preparazione per andare al lavoro.        
Ore 4.45: esco di casa e salgo in macchina.
Ore 4.46: il parabrezza è ghiacciato. Rientro, riempio una bottiglia di acqua tiepida, ce la verso sopra e parto, diretta al distributore che ho trovato su internet.
Ore 4.55: sono nella strada indicata, ma qui di distributori nemmeno l'ombra.
Ore 5.00: decido che forse la benzina è abbastanza per andare al lavoro. Dopotutto sono solo 55 chilometri...
Ore 5.05: svolto sulla statale e slitto leggermente. Do un'occhiata: l'asfalto brilla. E' ghiaccio. Ma benone.
Ore 5.17: sono a 15 km dal paesino dove vivo e a 40 da quello dove lavoro, La strada è deserta. E l'indicatore della benzina, con uno scatto, si sposta sulla linea rossa di "vuoto".
Ore 5.18: le mani mi tremano talmente tanto che non riesco a guidare, e non è per il freddo. Accosto. Se finisco la benzina qui, su questa strada deserta e senza copertura per il cellulare, rischio l'assideramento. 
Ore 5.19: faccio dietrofront e torno a casa, incrociando tutto l'incrociabile di arrivarci.
Ore 5.30: sono a casa. E tra mezz'ora dovrei essere al lavoro. Provo a telefonare, ma la collega del turno di notte dev'essere impegnata e non risponde.
Ore 5.35: prendo la macchina di mio marito. Non so se la benzina basta, diciamo che lo spero.
Ore 5.36: sto volando sulla strada, incurante del ghiaccio (la strada comunque è asciuttissima), dei canguri che potrebbero apparire all'improvviso, della nebbia che a tratti riduce la visuale.
Ore 6.05: arrivo al lavoro. La mia collega, alla quale racconto l'avventura, mi fa una meritatissima lavata di capo sul correre con la macchina di notte, sulle strade buie del bush. 
Non si corre di notte. Sei pazza? ci sono i canguri. Non lo fare mai più. 

Ore 14:30: arrivo a casa. Ora devo fare benzina con Torcina. Riuscirò ad arrivare al distributore? se non altro la temperatura è salita e sono in paese, anche se resto a secco non rischio la vita.
Ore 14.35: sono al distributore e faccio il pieno. La fortuna mi ha arriso.

1 commento:

  1. Ansia e sorci verdi...questo è il mio commento, come ti scrivevo poco fa su Fb ;-). Non correre mai più!! Pazzarella... Un bacione

    RispondiElimina