lunedì 19 ottobre 2015

Scene di vita quotidiana nel bush

Kangaroos happen
E' la sera di qualche giorno fa e sto tornando a casa dopo il turno di pomeriggio. Sono circa le 21.30 e io sto percorrendo i 55 km che separano il posto dove vivo da quello dove lavoro. La strada è deserta e senza alcuna luce.
Ad un tratto, alla luce dei fari, vedo un giovane canguro fermo in mezzo alla strada. Rallento e mi fermo a circa due metri di distanza. Lui si gira a guardarmi, poi fa qualche salto nell'altra corsia, in direzione del lato opposto della strada. 
Ok, penso, ora se ne va. Lascio andare il freno e, lentamente, la macchina comincia a muoversi. 
Mi sto già rilassando.
Nel momento in cui, lentissimamente, passo accanto a lui, il canguro cambia idea, fa dietrofront e salta contro la macchina schiantandocisi sopra, tutto in meno di due secondi.
Andavo pianissimo, quindi non mi sono fatta nulla. Lui però è riuscito a distruggermi un faro, staccandolo e lasciandolo a penzoloni. 



Commenti dei mie colleghi:
- Eh, i canguri succedono. Siamo nel bush. 
- Sei stata fortunatissima, la macchina funziona ancora, no?
- Eh, i canguri diventano pazzi con la luce dei fari. E' andata bene, dai. 

Lucertolando
L'Australia è la terra dei lucertoloni. Vedere bobtail e goanna che attraversano la strada davanti alla macchina mentre sto guidando è un'esperienza quotidiana, e passeggiando nel bush se ne incontrano tantissimi.




Qualche giorno fa eravamo nella cittadina di Albany, sulla costa sud. 
Eravamo seduti in un locale molto grazioso, una specie di solarium, con il pavimento di legno e le pareti di plastica trasparente.
Stavamo bevendo tè e gustando una fetta di una buonissima torta.
Ad un tratto, noto che lo sguardo di mio marito è catturato da qualcosa che sta alle mie spalle. 
Mi giro.. e dietro di me, comodamente appoggiato ad un divanetto, c'è un lucertolone nero lungo poco meno di mezzo metro, che ci guarda con curiosità. E non è solo: poco lontano ne avvistiamo un altro, poco più piccolo, sempre dentro al locale.
Catturiamo lo sguardo del cameriere e gli facciamo cenno di venire al nostro tavolo.
L'uomo arriva, vede il lucertolone, sorride e afferma tranquillo:
- Ah, sì. Non preoccupatevi, è molto amichevole e adora gli scones. Viene qui quasi ogni giorno con la sua famiglia. 

La mia pelle è la tua pelle
L'ultima storia che vi racconto oggi ha come protagonisti gli Aborigeni.
Non basterebbe che scrivessi un libro intero, per parlare di loro, figuriamoci un post. 
Oggi dirò solo che qui nel paesino dove vivo ce ne sono parecchi e li incontro quotidianamente, soprattutto al supermercato. La gente li odia. Vivono ai margini della società, in condizioni spesso misere e in balia dell'alcool. Per loro ho un interesse professionale e spero di essere un giorno in grado di poter fare attivamente qualcosa per aiutarli. 
Tre giorni fa ero dunque al supermercato, in coda alla cassa, in attesa che venisse il mio turno.
Dietro di me, con un carrello carico di generi alimentari, si mettono in coda due donne Noongar ( il gruppo aborigeno che vive nel sud del Western Australia). Una di loro tiene per mano una bambina bellissima di circa due anni, con due grandi occhi neri e la pelle bruna. E' a piedi nudi, come la madre, e ha sul viso dei segni fatti con una qualche pittura bianca. E' una decorazione tradizionale, ma non ne conosco il significato.
La bimba mi fa un sorriso immenso, e io lo ricambio.
 - Come ti chiami? - mi chiede.
Glielo dico, ma il mio nome suona strano. Me lo chiede di nuovo, e di nuovo aggrotta le sopracciglia.
Poi improvvisamente mi scruta, i suoi occhi si fanno seri, come se improvvisamente mi avesse riconosciuta. Mi fissa e mi chiede:
- Sei Noongar? a che tribù appartieni?
La mia pelle è molto più chiara della sua, ma io ho occhi e capelli castani, in un posto dove la maggior parte della popolazione è bionda con gli occhi azzurri. 
Le faccio un grande sorriso, mentre ragiono che già a quell'età ha chiara la differenza tra "noi" e "loro". 
La mamma si china su di lei e le sussurra qualcosa nell'orecchio. La bimba mi guarda delusa. 
Poi arriva il mio turno, pago e vado via, con l'amaro in bocca.

Cara bimba sconosciuta, hai indovinato, sono una Nativa Italiana, quindi abbiamo qualcosa in comune. E non solo: faccio parte della tua stessa razza, quella umana, ed è come dire che siamo sorelle. Vorrei che tu sapessi che non vedo differenze tra di noi e, proprio per questo, vorrei che tu potessi avere le stesse possibilità che ho avuto io. La possibilità di vivere in un ambiente sereno, la possibilità di studiare, la possibilità di scegliere autonomamente il tuo futuro, la possibilità di vivere tra persone che non ti discriminano, la possibilità di essere felice. Io ho avuto tutte queste cose e vorrei che le potessi avere anche tu. Vorrei tenere lontano dalla tua vita l'alcool, la droga, la violenza domestica, le gravidanze precoci. Vorrei che tu potessi mantenere a lungo il tuo bellissimo sorriso e continuare a vedere in me una persona simile, anche quando crescerai e ti accorgerai che la mia pelle e la tua pelle sono di due colori diversi. Un grande abbraccio.

6 commenti:

  1. ...è sempre un piacere leggerti....un abbraccio da Roma :)

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    1. Grazie Muir!! non ci sentiamo da secoli!! un abbraccione anche a te!

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  2. MI è stato detto di non fermarmi quando vedo un canguro attraversare la strada, ma di continuare ad andare avanti proprio per evitare ciò che è successo a te. Spesso infatti sembra che i canguri si schiantino sulle macchine non appena queste ripartono vedendo che il canguro saltella verso l'altro lato della strada. Vivendo nel bush non sarebbe più sicuro avere una macchina con il roo bar (o bullbar che dir si voglia)?
    Adoro le bobtail lizards!!

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    1. Ecco, a me invece non l'avevano mai detto.. ma ora ho imparato la lezione. In effetti sì, il roo bar sarebbe da comprare. C'è anche da dire che la mia macchina è molto vecchia, e sospetto che pagherei la barra più di quanto ho pagato la macchina... però mi sa che ne vale la pena.

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  3. Sei riuscita a farmi morire dal ridere due volte (con 'i canguri succedono' e 'gli piacciono gli scones') e farmi intenerire tantissimo con l'ultima storia...
    (Annika Kinnamomon)

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  4. La storia della bambina aborigena mi ha commossa tantissimo. Sei tanto cara e sensibile... <3

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